Pablo Neruda ha detto che il poeta quello che ha da dire, lo dice in poesia, perché non ha un altro modo di spiegarlo. Io, che faccio l'architetto, la morale non la predico: la disegno e la costruisco. (Renzo Piano)

4 lug 2011

Andy Warhol - prima parte

Andy Warhol, il cui vero nome  è Andrew Warhol, artista a tutto tondo, nasce a Pittsburgh, USA, il 6 agosto 1928. da una famiglia di immigrati slovacchi.
Dopo gli studi elementari frequenta per un paio d'anni il Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh, ma prima dei vent'anni si trasferisce a New York dove lavora come grafico pubblicitario per alcune riviste famose come  "Vogue", "Harper's Bazar", "Glamour".

Pieno di idee e voglia di mettersi in gioco Andy Warhol lavora come vetrinista e si cimenta nel mondo della pubblicità e della scenografia.



La Hugo Gallery di New York nel 1952 ospita 
la prima mostra personale di Andy Warhol. 

Negli anni seguenti l'artista espone alcuni
 disegni alla Bodley Gallery e presenta le sue 
Golden Shoes in Madison Avenue rivelando 
la sua grandezza di grafico.

Ancora alla ricerca delle vere componenti 
dell'arte moderna, Andy Warhol intraprende
 lunghi viaggi  in Europa ed in Asia. 
 








  

Intorno al 1960 Warhol comincia a realizzare i primi dipinti che hanno per soggetto  immagini pubblicitarie o eroi dei fumetti come Dick Tracy, Popeye, Superman e le bottiglie di Coca Cola.
 
Utilizzando la tecnica di stampa serigrafica inizia a riprodurre oggetti comuni, facendone delle "icone simbolo" del suo tempo.

Anche i "Car Crash" (Incidenti automobilistici) e "Electric Chair" (sedia elettrica) trovano un posto emotivamente elevato.

La Pop art, nata nei primi anni Sessanta, in  Gran Bretagna, prende forma e conquista a New York con le opere di  Jasper Johns e Robert Rauschenberg, due talenti che decisero di mescolare la pittura con alcuni feticci della vita reale.

In questa atmosfera Andy Warhol evolve il suo stile pittorico, si dedica ai volti famosi, ai prodotti di largo consumo, al dollaro e alle prime pagine dei quotidiani, convinto che la riproducibilità serigrafica aggiungesse valore alla sua megalomania.


Nessun commento:

Posta un commento